Ogni volta che visito Roma ci sono alcuni luoghi in cui amo tornare sempre.
Oltre ai luoghi iconici, la Città Eterna riserva però tanti tesori nascosti, poco frequentati dai turisti e talvolta ignoti anche ai romani. Nel mio precedente itinerario ero andata alla ricerca di alcuni luoghi fuori dai tradizionali itinerari turistici non lontani dal centro, per scoprire un lato più insolito della capitale. In occasione dell’ultimo weekend a Roma, mi sono invece dedicata all’esplorazione di alcuni musei poco noti, che però vale assolutamente la pena visitare per le splendide collezioni d’arte in essi contenuti.
Nel post ti svelo i 5 musei poco conosciuti di Roma che ho visitato di recente, più una nuova apertura che certamente vedrò nel mio prossimo viaggio!
1. Spezieria di Santa Maria della Scala
Nel cuore di Trastevere, in via della Scala 23, si trova la Spezieria di Santa Maria della Scala, la più antica farmacia d’Europa, fondata nel Cinquecento al primo piano del convento dei Carmelitani Scalzi annesso all’omonima chiesa. Qui i frati prepararono farmaci galenici fino al 1954, anno in cui la farmacia si trasferì al piano terreno, dove tutt’ora è in attività. Grazie alla sua vicinanza con San Pietro, fu frequentata da principi, cardinali e pontefici, tanto da meritare l’appellativo di “farmacia dei papi”.
Per accedervi, entrando dal piano strada, dall’ingresso della moderna farmacia si sale al piano superiore, dove si trova l’antica stanza di vendita dei medicinali. La sala è ancora arredata con vetrine e mobili in legno del Settecento stipati di alambicchi, ampolle e mortai, mentre il soffitto, completamente affrescato, reca al centro lo stemma dei Carmelitani Scalzi. Annessi, vi sono un piccolo laboratorio galenico, un erbario con casse di legno ancora colme di spezie e i laboratori che conservano le macchine originali usate dagli speziali per la fabbricazione delle pillole.
Questo suggestivo museo in cui il tempo sembra essersi cristallizzato è visitabile in piccoli gruppi, prenotando una delle date disponibili in calendario; al termine della visita, è possibile acquistare alcuni dei prodotti realizzati con le antichissime ricette dei Carmelitani.
Una curiosità: all’interno del salone è presente un telefono, collegato direttamente con il Vaticano: una sorta di hot line da cui i papi potevano ordinare i propri medicamenti.
2. Galleria Spada
Tra i musei poco conosciuti di Roma c’è sicuramente Galleria Spada, nell’omonimo palazzo in Piazza Capodiferro, a breve distanza da Campo de’ Fiori.
La galleria ospita la collezione di pittura barocca creata nel corso del Seicento dai cardinali Bernardino e Fabrizio Spada e si sviluppa in quattro sale che seguono lo stile delle quadrerie del XVII secolo, con le opere più piccole poste nella parte superiore e le grandi in basso, in un’apparente disordine che conferisce un fascino unico al luogo.
A conclusione del percorso espositivo, nel Giardino Segreto, si trova il vero gioiello del museo, realizzato da Borromini nel 1652 per il cardinal Bernardino Spada: la Galleria Prospettica, uno scenografico artificio barocco in grado di ingannare lo spettatore per cui, la breve galleria, per una serie di accorgimenti architettonici e prospettici, viene percepita come un lungo colonnato. L’incredibile opera illusionistica è anche e soprattutto un ammonimento morale: la grandezza delle cose del mondo è, in realtà, solo apparenza, e occorre andare a fondo per ricercare la verità.
Leggi di più sulla Galleria Prospettica di Borromini.
3. Centrale Montemartini
In zona Ostiense si trova la Centrale Montemartini, un museo unico nel suo genere, perfetto esempio di riconversione che unisce l’archeologia industriale a quella classica.
Nata nel 1912 come primo impianto pubblico per la produzione di energia elettrica, la centrale fu attiva fino al 1963, anno in cui cessò la sua attività; nel 1997, una ristrutturazione di alcuni ambienti dei Musei capitolini fece sì che alcune sculture venissero temporaneamente spostate nei suoi locali, tra i macchinari dell’ex impianto elettrico. La sistemazione delle sculture piacque così tanto che si decise di lasciarle esposte, facendo diventare la centrale un polo museale permanente, che oggi ospita circa quattrocento sculture di età antica e mosaici pavimentali, in un percorso cronologico che va dall’età regia a quella tardo imperiale.
Il fascino di questo luogo viene conferito dal contrasto tra gli eleganti capolavori scultorei, disposti a fianco dei colossali motori della Sala Macchine e della caldaia di oltre quindici metri di altezza nella Sala Caldaie, dove è conservata la statua della musa Polimnia.
Anche se si trova un po’ fuori dalle solite zone turistiche, in via Ostiense, vale davvero la pena di visitarlo, magari in abbinamento ad una visita del quartiere Garbatella e della Basilica di San Paolo fuori le Mura.
4. Museo Hendrik Christian Andersen
Nel quartiere Flaminio, poco oltre la Porta del Popolo, si trova Villa Helene, la casa-museo che ospitò lo studio e l’abitazione dello scultore norvegese-americano Hendrick Christian Andersen fino al 1940, anno in cui il villino venne lasciato in eredità allo stato italiano.
La palazzina, realizzata negli anni Venti in stile neo-rinascimentale su progetto dello stesso Andersen, ospitò al primo piano il suo appartamento privato, oggi trasformato in spazio espositivo per mostre temporanee di artisti stranieri dal 1800 ai giorni nostri.
A piano terra, due ampie sale, la Galleria – salone di rappresentanza dove Andersen esponeva le opere finite, e lo Studio – atelier dello scultore, accolgono alcune delle sue sculture più significative. Qui, illuminate dal sole che filtra da un lucernario, statue colossali che quasi sfiorano il soffitto esibiscono la loro nudità in un chiaro omaggio all’arte classica.
Il museo è accessibile gratuitamente dal martedì alla domenica dalle 9.30 alle 19.00, ed è uno dei luoghi segreti di Roma da esplorare per ritrovare un po’ di tranquillità lontano dalla calca delle attrazioni più note. Il mio consiglio è di visitarlo in pieno giorno per godere della sua spettacolare scenografia – molto amata dagli instagramer – quando è inondato di luce.
5. Casina delle Civette
Nel parco di Villa Torlonia si trova un piccolo museo, ex residenza della famiglia Torlonia commissionata nel 1840 a Giuseppe Jappelli dal principe Alessandro Torlonia come luogo di evasione lontano dall’ufficialità della residenza principale del Casino Nobile. Al tempo la struttura era nota come Capanna Svizzera, poiché costruita in stile rustico come le abitazioni montane.
Agli inizi del 1900 il casino fu trasformato in Villaggio medievale su commissione di Giovanni Torlonia junior, nipote di Alessandro, che vi abitò fino alla sua morte nel 1938, e dopo qualche anno prese il nome di Casina delle Civette per la vetrata con due civette stilizzate tra tralci d’edera realizzata da Duilio Cambellotti e il motivo decorativo ricorrente della civetta al suo interno, voluto dal principe Giovanni, amante dei simboli esoterici. Furono aggiunte logge, vetrate, porticati e torri decorate con maioliche policrome, fino a trasformarla in una sorta di casa delle fiabe in stile eclettico.
Oggi la residenza è sede del Museo della Vetrata Liberty con spazi interni molto curati con legni intarsiati, stucchi, mosaici, stoffe parietali e soffitti affrescati, anche se il vero tratto distintivo di questo luogo sono le splendide vetrate disegnate da alcuni degli artisti più rinomati del tempo.
Altro luogo restituito solo di recente alla capitale è la Serra Moresca di Villa Torlonia, un padiglione per piante esotiche progettato sempre da Jappelli nel 1839 e arricchito con le decorazioni di Giacomo Caneva nel 1841. La serra è realizzata in peperino, ferro e ghisa e, come la Casina delle Civette, è decorata con vetrate policrome ispirate all’Alhambra di Granada che regalano sorprendenti giochi di colore.
Poco distante da Villa Torlonia si trova il quartiere Coppedè, altro gioiello liberty di Roma da non perdere.
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