Ancora poco frequentata dal turismo di massa, la Basilicata è una meta accogliente e ricca di attrattive, che offre storia, cultura, tradizione, natura, gastronomia e il benessere delle terme e delle coste, sul mar Tirreno con Maratea, sul mar Ionio con Metaponto e Policoro.
Perché la Basilicata viene chiamata Lucania
Abitata fin da tempi antichissimi, la regione era anticamente denominata Lucania: il termine potrebbe derivare dal latino lucus in quanto terra di boschi, lyki, popolo proveniente dall’Anatolia, o lux perché raggiunta da un popolo guerriero che seguiva la luce del sole.
Il termine Basilicata appare invece per la prima volta in un documento del 1175, e deriva dal termine greco basiliskos, nome con cui venivano chiamati gli amministratori bizantini della regione.
Come arrivare e come muoversi in Basilicata
Anche se nella regione non c’è un aeroporto, si può raggiungere in aereo da quelli di Napoli o Bari, oppure in treno, con l’alta velocità fino a Salerno. Da lì, il modo migliore per esplorarla è sicuramente in auto.
Cosa mangiare in Basilicata
I piatti tradizionali lucani sono a base di materie prime popolari, ma negli ultimi anni, in particolare grazie alla crescente attenzione su Matera, Capitale della cultura nel 2019, l’offerta dei ristoranti è cresciuta.
Tra le specialità da assaggiare vi sono i peperoni cruschi, peperoni croccanti tipici di Senise, il caciocavallo podolico, fatto esclusivamente con il latte di vacca di razza podolica, i cavatelli o strascinati, una pasta tirata a mano spesso condita con zucca, pomodoro e peperone crusco, la rafanata, una frittata al forno aromatizzata con rafano e pecorino e certamente l’agnello e il baccalà, da innaffiare con un buon Aglianico del Vulture.
Alcuni ristoranti in cui ho mangiato molto bene e che consiglio sono Francesca e Panecotto a Matera, entrambi all’interno di una grotta del Sasso Caveoso, e Al becco della civetta a Castelmezzano.
Dove dormire in Basilicata
La ricettività è ancora relativamente limitata e molti hotel effettuano una lunga chiusura invernale per riaprire ad aprile.
Tra tutti, a Matera ho provato l’emozione del tramonto e del risveglio con la vista sui sassi, dormendo nel delizioso Fra i sassi residence. Dalle parti di Potenza mi sarebbe piaciuto soggiornare nel bubble glamping Atmosfera di cui avevo già scritto in un post, ma purtroppo non aveva disponibilità in quel periodo.
Cosa vedere in Basilicata
Il mio itinerario in Basilicata è durato 4 giorni e stavolta a guidare il mio viaggio c’era un motivo sentimentale, poiché abbiamo visitato i luoghi dell’infanzia di mio padre con la famiglia. Con un paio di giorni in più a disposizione avrai sicuramente modo di toccare anche le coste tirreniche e ioniche, che io non ho incluso nel mio tour.
Di seguito trovi 10 luoghi da non perdere tra materano e potentino e alla fine del post la mappa da salvare per il tuo viaggio in Basilicata. Non te ne pentirai!
Matera
Nota in tutto il mondo per gli storici quartieri Sasso Caveoso e Sasso Barisano, formati da edifici e architetture rupestri scavati nella roccia della Murgia materana e abitati fin dalla preistoria, Matera si può descrivere, ma ogni definizione del luogo soccombe alla sua vista.
I Sassi, insieme al rione Civita, costruito sullo sperone che li separa, costituiscono il centro storico, e sono stati dichiarati nel 1993 Patrimonio dell’Umanità UNESCO, diventando il primo sito del mezzogiorno a ricevere il riconoscimento.
Inizialmente utilizzate per conservare le derrate alimentari, all’inizio dell’Ottocento, con il declino della fiorente economia e il trasferimento del capoluogo a Potenza, le grotte iniziarono a essere abitate dai contadini, e il sovraffollamento rese i Sassi il luogo drammatico descritto dallo scrittore torinese Carlo Levi in Cristo si è fermato a Eboli. Nel 1952 venne ordinato lo sfollamento dei rioni e la popolazione venne trasferita nei nuovi quartieri, trasformando la parte antica in una città fantasma.
Grazie all’orgoglio cittadino lentamente iniziò la sua ristrutturazione e, prima l’elezione a sito UNESCO, poi la visibilità internazionale ottenuta dal titolo di Capitale europea della Cultura, hanno dato la definitiva spinta alla rinascita di Matera.
Per visitare le principali attrazioni ti basterà una giornata, ma il modo migliore per farlo è perdendosi tra le sue gradinate e i vicoli labirintici. In ogni caso ti ritroverai in via Fiorentini e via Buozzi, le principali strade del Sasso Barisano e Caveoso, fino ad un secolo fa percorse da ruscelli. Salendole arriverai nella parte alta della città, il Piano, dove c’è il rione Civita, con lo sperone roccioso che separa i due Sassi su cui si erge la Cattedrale.
Tra i luoghi da non perdere nel tuo giro vi sono sicuramente alcuni punti panoramici come la classica veduta da Piazza Pascoli, ma anche la Chiesa di Santa Maria de Idris, scavata sul fianco di un gigantesco masso – da cui si gode di un’altra vista spettacolare, e la Casa Grotta di Vico Solitario, abitata fino al 1956 da 11 persone più galline e animali, donata dalla famiglia per farne un museo sulla vita dell’epoca. Attraversando un ponte sospeso (o raggiungendo il punto più comodamente in auto), ti ritroverai sull’altro versante del canyon attraversato dal fiume Gravina, in quello che viene chiamato Belvedere di Murgia Timone, altro spettacolare punto di osservazione della città che al tramonto diventa un presepe.
Pisticci
Nota come la porta di accesso dei Calanchi, Pisticci, è la patria del prodotto lucano più noto al mondo, l’Amaro Lucano, la cui ricetta è ancora segreta a distanza di oltre un secolo.
Il borgo è costituito da due parti: il centro storico chiamato Terravecchia dominato dal castello, rimasto intatto dopo che una frana nel 1688 distrusse quasi metà paese, e il sottostante Rione Dirupo con le sue casedde dalle pareti bianche e i tetti rossi che ricordano un po’ l’Andalusia. Il miglior punto panoramico da cui osservarle è il piazzale della Chiesa Madre, in particolare al tramonto, quando la luce accarezza le costruzioni a pianta rettangolare.
Terra dei calanchi e Teatro dei calanchi
Calanco significa “terra che cade, scivola” e altro non è che un fenomeno geomorfologico di erosione degli strati superficiali del terreno a causa dell’azione di pioggia e vento.
In Basilicata, nella parte sud-occidentale del materano, si trova la terra dei calanchi, una delle zone più scenografiche nella regione, con immense montagne di argilla prive di vegetazione che per effetto degli agenti atmosferici cambiano forma nel tempo.
Proprio tra Pisticci e Craco c’è la parte più suggestiva dei calanchi, comunemente conosciuta come Teatro dei Calanchi, dal festival che ogni estate trasforma questa zona in un grande teatro all’aria aperta in continua evoluzione, dove ascoltare musica, partecipare a performance e fare escursioni. L’intera area è formata da cumuli di argilla su cui ci si può arrampicare, dando l’impressione di camminare su un territorio lunare completamente alieno, modellato unicamente da pioggia, sole e vento.
Craco
Conosciuto come il paese fantasma, fino agli anni ’60 questo borgo arroccato sulle colline materane era abitato da circa 2.000 abitanti. Poi, una serie di frane causate dall’eccessiva urbanizzazione ne hanno determinato il progressivo spopolamento, dichiarando al tempo stesso la sua rovina e la sua popolarità.
Oggi Craco è una delle mete più note della Basilicata, per il fascino e la desolazione che questo paese abbandonato sprigiona, anche se potresti trovarti a essere l’unica persona a visitarlo: il silenzio, assoluto, è interrotto solo dai suoi ultimi abitanti, dei simpatici asinelli che pascolano tra le macerie, e dal rumore del vento che soffia entrando dalle finestre vuote dei palazzi storici.
Fino al 2020 era possibile esplorarlo partecipando a una delle visite guidate delle parti messe in sicurezza del Parco Museale Scenografico. A causa del covid sono purtroppo state interrotte e non si sa quando riprenderanno.
Aliano
Aliano è il paese in cui, mandato al confino, Carlo Levi scrisse Cristo si è fermato a Eboli. Ma questo borgo, arroccato su un’altura e abbracciato dai calanchi, è anche il luogo in cui lo scrittore piemontese decise di trascorrere la sua eternità, riposando nel cimitero che segnava il limite oltre il quale non poteva spingersi.
Nelle vie del borgo ci sono numerose targhe che segnalano i luoghi più significativi del suo romanzo, ma la visita del Parco Letterario a lui dedicato di cui fanno parte la Pinacoteca e la Casa di Confino dove visse tra il 1935 e il 1936, arricchirà senza dubbio la tua visita di Aliano.
Altri luoghi che meritano una sosta nel borgo sono la Chiesa di San Luigi Gonzaga che custodisce alcune opere cinquecentesche, la Casa del Malocchio, con la forma di volto umano a tenere lontano gli influssi negativi, e la vertiginosa Fossa del Bersagliere, dove, racconta Levi, un soldato sarebbe stato gettato per aver importunato alcune donne.
Guardia Perticara
Conosciuto come “il paese delle case in pietra”, questo borgo tra le colline di Potenza fa parte del circuito dei borghi più belli d’Italia ed è bandiera arancione del Touring Club Italiano. Dopo il terremoto del 1980, nonostante i danni subiti fossero minimi, l’amministrazione sfruttò i finanziamenti per ricostruire (in maniera un po’ artificiosa) Guardia Perticara, che oggi appare molto diversa dal paese usato – insieme a Craco – come location del film Cristo si è fermato a Eboli nel 1979.
Quello che resta immutato però è lo scorrere lento del tempo, scandito dalle passeggiate degli anziani, dall’odore di legna bruciata che arriva dai camini e dal vento che spazza piazza Vittorio Emanuele, il centro del paese, dalla cui balconata gli abitanti osservano immutabile il paesaggio circostante.
Pietrapertosa
Aggrappato alle Piccole Dolomiti Lucane, Pietrapertosa è il comune più alto della Basilicata. Il borgo è riuscito a mantenere nel tempo la fisionomia medievale, in particolare nella parte più antica alle pendici del Castello Normanno Svevo, nota con il nome saraceno di Arabata, caratterizzata da strade strette, vicoli ciechi e casette che seguono all’andamento del terreno, con la roccia nuda spesso inglobata nelle pareti delle abitazioni.
Da maggio a settembre il paese si riempie di turisti per vivere l’esperienza indimenticabile del Volo dell’Angelo, un volo lungo un cavo d’acciaio sospeso tra le vette di Pietrapertosa e il borgo di Castelmezzano, a 400 metri di altezza.
Castelmezzano
Il suo territorio, assieme a quello dei comuni vicini di Pietrapertosa, Accettura, Calciano e Oliveto Lucano, forma il Parco delle Piccole Dolomiti Lucane, e assieme a Pietrapertosa, è una delle due stazioni dove si effettua il Volo dell’Angelo, nato da un’idea del sindaco del paese dopo aver visto una zipline simile in Francia.
Castelmezzano fa parte del circuito dei borghi più belli d’Italia ed è bandiera arancione del Touring Club Italiano, visto lo spettacolo che offre ai visitatori al suo arrivo, apparendo come un piccolo presepe circondato dalle Dolomiti Lucane.
Borgo tipicamente medievale, si presenta come un agglomerato concentrico di case con tetti a lastre di pietra arenaria incastrate in una conca rocciosa. Sulla sommità del paese, salendo una vertiginosa gradinata scavata nella roccia, si trovano i resti dell’antico castello normanno da cui deriva il suo nome di Castrum medianum, a metà tra Pietrapertosa e Albano di Lucania, che offre scorci suggestivi delle Dolomiti Lucane.
Pietragalla
L’attrazione principale di Pietragalla è il Parco urbano dei Palmenti, da paumentum o pavire, in latino pigiare, un sistema di grotte edificate a partire dal XIX secolo per la lavorazione delle uve, oggi luogo del cuore FAI.
Collocate strategicamente a metà tra le vigne e le cantine poste nel centro storico del paese, al loro interno sono ancora visibili le vasche che servivano per la pigiatura e la fermentazione, prima di trasferire il vino per l’affinamento. Una sola è ancora in uso. Se incontri il proprietario, potrebbe gentilmente offrirsi di fartela visitare e raccontarti la storia della sua attività familiare.
Venosa
Paese natale di Quinto Orazio Flacco, Venosa è disseminata di targhe con i versi del poeta latino, in un vero e proprio percorso letterario sulle sue tracce, fino alla cosiddetta Casa di Orazio, due stanze adiacenti individuate in realtà come ambienti di un complesso termale del II secolo a.C..
Ma non è questo l’unico motivo per cui vale la pena fermarsi in questa destinazione del Vulture: facendo un giro tra gli eleganti palazzi del suo centro storico ti capiterà di notare parti di capitelli, statue in posizioni insolite e blocchi di pietra con antiche incisioni, segno del riciclo delle rovine romane nei secoli, che si alternano a scene di vita quotidiana di panni stesi, bancarelle di legumi e peperoni cruschi e capannelli di anziani agli angoli di Piazza Orazio. Impossibile non innamorarsi di questo borgo dall’atmosfera placida e struggente allo stesso tempo.
Da non perdere, anche l’Abbazia della Santissima Trinità, un po’ fuori dal centro abitato, e il Castello di Pirro del Balzo, oggi sede del Museo Archeologico Nazionale e dell’Enoteca Regionale Lucana.
Ti è piaciuto questo mini viaggio in Lucania? Non ti resta che salvare la mappa con i 10 luoghi da non perdere in Basilicata e partire per questa destinazione ancora tutta da scoprire!
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