Roma è una città che non smette di stupire ogni volta che la si visita, e oltre ai tanti luoghi iconici quali il Colosseo, piazza di Spagna, la Fontana di Trevi o il Pantheon, la Città Eterna riserba altrettanti tesori nascosti, spesso sconosciuti alla maggior parte dei turisti e magari ai romani.
In occasione della mia ultima visita sono andata alla ricerca di alcuni luoghi meno noti, fuori dai tradizionali itinerari turistici, ma non troppo lontani dal centro, per scoprire il lato più insolito della capitale.
Ecco la mia lista di 10 luoghi meno conosciuti da visitare a Roma, per riscoprire la città da una nuova prospettiva. Alla fine del post trovi anche la mappa da salvare!
1. Arco degli Acetari
Tra gli esempi di architettura medievale che è possibile ammirare a Roma, ce n’è uno in pieno centro storico, nei pressi di piazza Navona, ignoto alla maggior parte dei turisti. Per trovarlo, supera il civico 19 di via del Pellegrino e addentrati nel sottopassaggio che si apre su un cortile dall’atmosfera pittoresca.
Questa piazzetta, con le casette dalle scale esterne tipiche delle costruzioni medievali, gli intonaci color ocra e la natura che si fa spazio fondendosi all’architettura, è un frammento di una Roma che non c’è più, ma che fino a poco più di un secolo fa, nonostante i grandiosi monumenti, i palazzi, le ville nobiliari e le chiese, era praticamente poco più di un paese.
Il termine Acetari che dà il nome all’arco e al cortile deriva presumibilmente da Acetosari, i rivenditori di Acqua Acetosa che qui dovevano avere i loro depositi, vista la vicinanza con il mercato di Campo de’ Fiori. All’epoca veniva infatti venduta l’acqua dal sapore ferroso imbottigliata dalla fontana nel quartiere Parioli voluta da Papa Paolo V Borghese, in quanto ritenuta curativa.
2. Galleria Sciarra
Nel rione Trevi, a due passi da via del Corso e dalla Fontana di Trevi, si trova un gioiello della Roma liberty nel bel mezzo del classicismo della Città Eterna: la Galleria Sciarra. La sua costruzione risale al 1886, quando la capitale del Regno d’Italia passò da Firenze a Roma, in quello che per la città fu un periodo di cambiamento e modernizzazione che richiese nuovi spazi abitativi per l’alta borghesia romana.
Realizzata per volere del principe Maffeo Barberini-Colonna di Sciarra, la galleria collegava la residenza di Palazzo Sciarra Colonna di Carbognano a quello della redazione del quotidiano La Tribuna e della rivista letteraria Cronaca Bizantina, che in quel periodo ebbe come direttore Gabriele d’Annunzio.
L’architetto che realizzò il progetto fu Giulio De Angelis, che disegnò un cortile a pianta cruciforme, con volta a padiglione nervata in ferro e vetro, in dialogo con la decorazione delle pareti, affidata al pittore Gabriele Cellini, che nella sua opera esaltò la figura della donna omaggiando la madre del principe. Curiosità: pare che tra le figure femminili, l’uomo ritratto sia proprio D’Annunzio.
Oggi questo capolavoro architettonico costituisce un passaggio pedonale coperto, aperto al pubblico negli orari d’ufficio. Per visitarlo puoi accedere da via Marco Minghetti o da Piazza dell’Oratorio.
3. Tempietto di San Pietro in Montorio
Il tempietto di San Pietro in Montorio, progettato da Bramante per conto dei reali di Spagna, è una piccola costruzione a pianta circolare posta al centro di uno dei cortili dell’omonimo convento sul colle Gianicolo. Il punto scelto per realizzarlo è quello dove, secondo la leggenda, sarebbe stato martirizzato San Pietro, crocifisso a testa in giù. Tale scena è raffigurata anche nell’altare posto all’interno.
Costruito tra il 1502 e il 1509, viene considerato uno degli esempi più alti di architettura rinascimentale, di cui esemplifica alcuni concetti cardine quali la pianta centrale, il richiamo all’architettura romana antica e la ricerca proporzionale e geometrica nel rapporto tra le parti.
Per visitarlo devi entrare nella Reale Accademia di Spagna di cui fanno parte il convento e la chiesa di San Pietro in Montorio: l’accesso è libero, dal lunedì al venerdì in orario 14-18. In alternativa, puoi sbirciare dal cancello in piazza di San Pietro in Montorio come ho fatto io.
Nel progetto originario, mai realizzato, il tempietto avrebbe dovuto inserirsi al centro di un cortile circolare, per evidenziare la perfetta simmetria dell’impianto e sottolineare la centralità del tempio la cui struttura si irradiava nel cortile, proiettando le 16 colonne in altre 16 a formare un portico circolare.
Già durante la sua edificazione, il tempietto divenne il modello rinascimentale per eccellenza per architetti e artisti. Raffaello lo riprese nel suo celebre Sposalizio della Vergine del 1504, mentre Giorgio Vasari lo citò in modo fedele in un suo affresco del 1573 dedicato alle Storie della notte di San Bartolomeo. La sua influenza, nei secoli, può scorgersi anche nella cupola della Basilica di San Pietro di Michelangelo, in quella del Campidoglio a Washington o ancora nel Pantheon di Parigi, per nominare soltanto le opere più famose tra quelle costruite nei secoli successivi.
4. Palazzetto Zuccari
Tra via Sistina e via Gregoriana, a pochi passi da Trinità dei Monti, si trova Palazzetto Zuccari. Questo curioso edificio costruito nel 1590 da Federico Zuccari come sua dimora e studio è conosciuto con l’appellativo di Casa dei Mostri per le decorazioni delle porte e delle finestre di via Gregoriana 30 – un tempo l’entrata al giardino, volute dallo stesso artista per impressionare i suoi ospiti. Il palazzo dovette sorprendere anche da Gabriele D’Annunzio, che lo citò nel romanzo Il piacere.
Oggi la facciata è l’ingresso alla Biblioteca Hertziana, uno dei maggiori centri di studi al mondo sull’arte italiana, con circa 300.000 volumi e un archivio fotografico di 800.000 immagini, che prende il nome da Henriette Hertz, la quale acquistò il palazzo nel 1904 costruendo al posto del giardino un edificio a tre piani.
L’accesso è riservato a studiosi e ricercatori in possesso di un dottorato in storia dell’arte o architettura, ma per curiosare nell’interno, completamente ristrutturato nel 2013, vengono periodicamente organizzate delle visite guidate, prenotabili sul sito della biglioteca.
Alla fine del tour, dopo aver ammirato gli affreschi sul soffitto dello stesso Zuccari, è possibile visitare il tetto della Biblioteca Hertziana per un panorama a 180° che abbraccia tutta la città.
5. Arco dei Banchi
Vicino all’Arco dei Banchi sono passata tantissime volte, percorrendo ponte Sant’Angelo verso il centro o quando, di passaggio in città, mi fermavo a La Fraschetta di Castel Sant’Angelo per una cacio e pepe di rito. Eppure questo passaggio quasi sconosciuto che collega via Paola e via del Banco di Santo Spirito è uno dei tanti angoli misteriosi che Roma ancora riserva ai curiosi.
L’arco si trova in una delle aree urbane edificate nel XV secolo per collegare la città di Roma al Vaticano; all’epoca era la zona commerciale dove negozianti, banchieri, notai, scrivani e mercanti esercitavano i loro affari sui “banchi”, sfruttando la vicinanza a San Pietro.
Via del Banco di Santo Spirito era anche detta Canale di Ponte per la massa di pellegrini provenienti che si incanalava in questo stretto tratto di strada per attraversare ponte Sant’Angelo o, più probabilmente, a causa delle esondazioni del Tevere che appena aumentava di livello invadeva la strada.
A ricordo di queste inondazioni, in basso a sinistra, l’arco conserva quella che può considerarsi la più antica lapide esistente a Roma sulle piene del Tevere, che reca la data e il livello dell’alluvione avvenuta il 7 novembre 1277. Nel Cinquecento, era presente anche una scultura della Vergine che fu asportata e poi sostituita nel XIX secolo da un quadro ad olio, sempre raffigurante la Madonna, tutt’oggi oggetto di venerazione.
Ultima curiosità: quando visiti questo passaggio rinascimentale dove un tempo abitava il banchiere Agostino Chigi, ricordati di alzare lo sguardo per osservare il soffitto, dipinto in tempi più recenti, ma non per questo meno affascinante, con un cielo trapuntato di stelle.
6. Passeggiata del Gelsomino
Sapevi che anche il Vaticano ha una ferrovia? Costruita nel 1929 per collegare lo Stato Pontificio al Regno d’Italia, la linea, lunga poco più di un chilometro di cui solo 200 metri in territorio vaticano, è la più breve ferrovia internazionale al mondo. Con il passare degli anni, la linea fu dismessa e in occasione del Giubileo del 2000 uno dei due binari fu rimosso per lasciare spazio ad un suggestivo percorso che pochi conoscono: la passeggiata del Gelsomino.
Per raggiungerla, devi entrare all’interno della Stazione San Pietro, in via della Stazione di San Pietro e poi proseguire lungo il binario 1 svoltando subito a destra come se dovessi prendere il treno. Qui inizia il percorso che porta fino alla Rampa Aurelia, la scalinata che costeggia le Mura Vaticane, e che permette di ammirare la cupola di San Pietro da una prospettiva totalmente inedita.
La passeggiata si chiama così per un duplice motivo: lungo la via si trovano dei gelsomini che, in estate, quando sono al massimo della fioritura, la rendono ancora più bella, incorniciata da fiori bianchi e profumati. In più, questo affascinante percorso ferroviario affaccia su quella che un tempo era chiamata la Valle del Gelsomino, che si estendeva dal Vaticano al Gianicolo.
7. Complesso di San Cosimato
In via Morosini 30, a pochi passi da viale Trastevere, nella sede dell’Ospedale Nuovo Regina Margherita si trova una dei tesori segreti di Roma, che ho scoperto prendendo parte ad un itinerario a Trastevere organizzato da Foxtrail.
Inoltrandosi all’interno della struttura sanitaria, ci si ritrova in un luogo del tutto inaspettato, un antico luogo di culto risalente al X secolo, il Complesso di San Cosimato a Trastevere. In origine monastero benedettino dedicato ai santi medici Cosma e Damiano – dalla cui contrazione nacque l’appellativo di San Cosimato, nel 1233 passò alle suore Clarisse fino al 1891, quando il convento fu requisito dal comune che ne fece un ospizio. Nel 1960 venne infine inglobato nell’attuale ospedale.
Del complesso fa parte la chiesa di San Cosimato, consacrata nel 1069, e due chiostri, ricchi di reperti marmorei. Il primo, risalente al 1240, è a pianta quadrangolare, con arcate sorrette da una serie di colonnine binate, in origine a due piani. Collegato a questo, vi è un secondo e maggiore chiostro che risale al 1475, al cui centro, tra magnolie, cedri, palme e altre piante, spicca un grande pozzo di marmo.
Sorprendente, no?
8. Caravaggio (gratis)
Da sinistra rispetto all’altare è possibile riconoscere La Vocazione di san Matteo, noto per il mirabile cono di luce che invade la stanza raggiungendo Matteo, che riproduce la direzione di quella reale proveniente dalla finestra della cappella; il dipinto centrale raffigura San Matteo e l’angelo, seconda versione dello stesso soggetto, rifiutato poiché il primo quadro mostrava il santo come un popolano dai piedi sporchi; infine, la tela di destra rappresenta la scena drammatica del Martirio di san Matteo, ucciso mentre sta officiando messa.
Sempre vicino a Piazza Navona, nella Basilica Sant’Agostino, è possibile ammirare una delle opere più amate di Caravaggio, databile al 1604-1606: si tratta della Madonna del Loreto, conosciuta anche come Madonna dei Pellegrini, che raffigura Maria con in braccio Gesù bambino, al cui cospetto sono inginocchiati due pellegrini. Pare che all’epoca il dipinto abbia destato scandalo poiché il pittore, per raffigurare la Madonna, aveva scelto una prostituta come modella.
Infine, al lato di Piazza del Popolo si trova la basilica Santa Maria del popolo, nota per ospitare numerose opere d’arte, da Raffaello a Bramante, da Bernini a Pinturicchio. Tra queste, all’interno della cappella Cerasi, si trovano anche due opere di Caravaggio realizzate tra 1600 e 1601: la Crocifissione di San Pietro, in cui, oltre all’illuminazione, tratto distintivo dell’artista, è spettacolare la resa dei particolari come le venature del legno della croce, il piede nero e le rughe sulla fronte degli aguzzini; il secondo dipinto è la Conversione di San Paolo, sotto al quale è stata scoperta un’altra opera, che potrebbe essere un quadro precedente o, più probabilmente, una prima elaborazione del soggetto, poi trasformata in corso d’esecuzione.
9. Orologio ad acqua
Villa Borghese è forse il parco più frequentato di Roma, ma pochi sanno che in prossimità della terrazza del Pincio, in viale dell’Orologio del Pincio, tra una fitta vegetazione si può ammirare un marchingegno molto curioso.
Qui si trova infatti l’unico modello di orologio ad acqua collocato all’interno di un giardino pubblico, ideato nel 1867 dal domenicano Giovanni Battista Embriaco che ne inviò un prototipo all’Esposizione Universale di Parigi.
A partire dal 1873 l’idrocronometro trovò la sua attuale collocazione ad opera dell’architetto Gioacchino Ersoch, che scelse come alloggiamento del meccanismo una torretta in ghisa e legno che riprende i motivi di un tronco di albero, posta su un isolotto al centro di un laghetto. L’orologio conta quattro quadranti che richiamano la sezione trasversale di un albero, mentre le lancette ricordano delle forme vegetali per contestualizzarle con il circostante parco.
L’orologio è progettato per funzionare perennemente grazie ad un getto d’acqua dell’Acqua Marcia che, sgorgando da una sorgente sotto la villa, riempie due bacinelle che oscillando attivano il meccanismo che fa girare le lancette e la suoneria. Lo scorrere dell’acqua mette inoltre in moto il pendolo, caricandone il movimento.
10. Casino del Bel Respiro
Se ti piace camminare, ti propongo un itinerario fuori dal centro per scoprire alcuni punti meno turistici della città. Da Trastevere sali fino al Gianicolo per uno dei più bei panorami di Roma. Una volta qui, percorrendo circa 1.5 km raggiungerai il parco di Villa Pamphilj, che, racchiuso tra gli antichi tracciati romani di via Aurelia Antica, via della Nocetta e via Vitellia, si estende per 180 ettari, correndo parallelamente all’acquedotto Traiano Paolo.
Il parco, terzo per grandezza a Roma, è di proprietà del comune dagli anni ’30 del 900, ma nacque nel Seicento come fastosa tenuta di campagna della nobile famiglia romana Pamphilj. Qui, tra giardini all’italiana, fontane, cascate, laghi e alberi monumentali, sorge la villa storica chiamata Casino del Bel Respiro o Algardi, dal nome dell’architetto-scultore che ne curò la realizzazione per volere del Pontefice Innocenzo X (Giovanni Battista Pamphilj). Una curiosità: un tunnel lungo un chilometro e mezzo collega il Casino con il Vaticano, come “via di fuga” per i Papi.
Il luogo, forse, più bello, è il giardino segreto, che si può ammirare dalla cancellata della villa, purtroppo non aperta al pubblico in quanto sede della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Disegnato a contorni curvi, secondo il gusto francese, è abbellito da siepi tagliate in modo da formare disegni vari, compreso il giglio, stemma della famiglia Pamphilj.
Hai ancora voglia di camminare? Ad un 1.5km circa da qui si trova via Piccolomini, famosa per una curiosa prospettiva. Se vuoi saperne di più, leggi il mio post sulle 5 illusioni ottiche da scoprire a Roma.
Ecco qui la mappa con la localizzazione di tutti i punti, da salvare e consultare al prossimo viaggio. Sperando sia a breve!
45
Rispondi